Il vero nome di Trequanda

Trequanda è il “misterioso”nome di una fattoria fortificata circondata da mura medioevali. Misterioso perché nessuno sa cosa significhi e da dove provenga questo strano nome. Forse da “Terram quandam”, terra particolare. Forse risale e proviene da Tarkonte il mitico eroe etrusco (Tarkun), da cui Tarquanda. Oppure da “Treguanna” (come appare scritto nel duomo, sull’affresco della Madonna del latte di Bartolommeo da Miranda), “luogo della tregua”. O, ancora, “Tre-quanda”, tre bicchieri, tre coppe, non a caso nel suo stemma sono raffigurati tre calici.
Fantasia e fatti storici, storie e leggende s’intrecciano: i grandi eventi, le narrazioni raccontate a veglia, le parole e i detti popolani, la vita quotidiana, il cibo, i gesti, i lavori di tutti i giorni. L’orizzonte narrativo si amplia alle fattorie di Colle e di Belsedere, fino ai paesi vicini: da Trequanda, a Petroio, da Pienza, a Bagno Vignoni, fino a Siena, per conoscere personaggi veri (la Beata Bonizzella, il Brandano) o immaginari. Nell’estate del 1554 gli eserciti senesi e fiorentini, con i loro alleati francesi e spagnoli, scorrazzavano tra Siena e Arezzo attraverso la Valdichiana, sfiorando le mura di Trequanda. Ma questa è una terra tranquilla, contadina, in balìa suo malgrado delle guerre. Trequanda oggi non è così dissimile da quella di domenica 6 maggio 1550 giorno in cui, quasi certamente e per puro caso, fu ritrovato il corpo della Beata Bonizzella.