La Beata e il suo magico alveare

Bonizzella, figlia del nobile senese ghibellino lldebrando Cacciaconti, visse presumibilmente tra il 1230 e il 1300. Dopo la morte del marito Naddo Piccolomini di Corsignano si ritirò nella tenuta paterna di Belsedere (oggi azienda agricola con lo stesso nome) facendone un luogo di preghiera, soccorso e carità. Dopo secoli di oblio, il suo corpo fu ritrovato il 6 maggio 1500 per un fatto miracoloso: numerose api entravano e uscivano da una fessura del muro laterale della chiesa dei santi Pietro e Andrea. Rimosse le pietre, apparvero perfettamente conservati, e con un’emanazione d’incenso. Alla Beata si attribuiscono numerosi prodigi, come la cecità inflitta ai malvagi, ma con la vista restituita insieme al pentimento.

Una leggenda racconta che durante gli scontri tra Firenze e Siena, quando Trequanda era assediata dalle truppe spagnole, gli abitanti aprirono il sarcofago per ottenere protezione dalla beata. Un capitano dell’esercito invasore rubò un anello dal dito della salma. Subito venne colpito da una miracolosa caligine agli occhi, che scomparve quando l’anello fu rimesso al suo posto. Un altro episodio riguarda ancora un gruppo di soldati dell’esercito spagnolo di Carlo V, che divennero ciechi dopo aver rapito alcune ragazze: pentendosi del gesto, si rivolsero disperati a Bonizzella e recuperano la vista.

Bonizzella è venerata nella chiesa di Trequanda che ancora ne conserva il corpo e a Montefollonico nella chiesa di San Leonardo, dove un suo ritratto è collocato sul lato destro dell’altare maggiore.Ad Arezzo, all’interno della cappella di San Silvestro in duomo, troviamo un’epigrafe e un affresco del 1807 che raffigura una laica Bonizzella con i patroni e concittadini aretini. Oltre a un ritratto eseguito nel 1650 da Salvi Castellucci, conservato in sagrestia. Nel luogo del seppellimento, un triduo festivo nel celebra il culto tra il 6 e l’8 maggio (data del ritrovamento), con celebrazioni che vanno avanti per un’intera settimana. Prevista anche l’eccezionale apertura dell’urna: per tre giorni il corpo della beata viene esposto al culto. Fatto curioso, i produttori di miele della zona dicono che esistono delle api particolari, riconducibili alla chiesa e alla Beata..