Castel Mozzo, o Casal Mustìa (oggi Castelmuzio)

Castelmuzio è il “Borgo salotto”. I trecento abitanti lo curano e lo custodiscono come un salotto di casa, e così lo hanno arredato: hanno realizzato un bagno pubblico lussuoso come quello di un grande albergo, disposto poltrone e tavoli sul belvedere. Per loro è semplicemente “Castello”. Per tutti, un borgo al quale è facile affezionarsi: è una terrazza rivolta verso il monte Amiata e la Val d’Orcia, ai piedi del monte Lecceto, sulla valle del torrente Trove. Subito prima della porta d’ingresso, ancora munita di gangheri e piombatoi, si può notare, murata nella parete, la pietra sulla quale riposava e mangiava san Bernardino da Siena nelle sue visite alla comunità. Nella piazzetta centrale incombe la torre, e vi si trovano gli edifici più interessanti, tra cui lo Spedale di San Giovanni Battista.

La chiesa di Santa Maria Assunta, in origine dedicata a San Giusto, a acquisito il nuovo titolo nel XVI secolo, quando prese la funzione che era stata della limitrofa (appena fuori Castelmuzio, in direzione Montisi) pieve di Cennano. L’edificio è romanico-gotico. L’interno, a croce latina ad un’unica navata, è stato ampiamente rimaneggiato nel corso dell’Ottocento. Nel transetto si trovano gli altari del Sacro Cuore di Gesù (sinistra) e della Madonna (destra). L’altare maggiore ligneo, moderno, è frutto degli ultimi restauri. Sopra l’abside troneggia un Cristo Crocifisso in gesso bianco su sfondo nero. La torre campanaria, costruita nel corso del Cinquecento, è movimentata da cornici modanate che dividono la superficie in vari ordini: in quello più alto si aprono monofore campanarie affiancate da paraste; ad ornamento terminale è collocato un cupolino con lanterna apicale.

L’oratorio di San Bernardino è legato alla figura del santo senese, che si sarebbe recato più volte a Castelmuzio. Attualmente ospita il Museo di arte sacra.L’esterno è denotato da un campanile a torre in mattoni collocato a lato del portale architravato, posto lungo il fianco destro della chiesa. L’interno è ad unica navata divisa in tre campate da parasite  rilevate su cui si impostanoa archi a tutto sesto che sorreggono volte a vela.  Sull’altare, una grande tela La santissima Trinità ed i santi Bartolomeo e Bernardino da Siena.

La Pieve romanica di Santo Stefano a Cennano fu costruita nel 1285. Nel XVI secolo fu aggiunto il campaniletto a vela, nel Settecento l’altare maggiore barocco. La facciata ha un semplice profilo a capanna, dove si staglia il portale goticizzante, risaltato rispetto al prospetto e sormontato da un’alta monofora con la vetrata policroma raffigurante Santo Stefano. La parte absidale mostra, nei coronamenti ad arcatelle pensili, un carattere più decisamente romanico. Sopra la parete di fondo si trova il campaniletto a vela con doppia finestrella per le campane. Sul fianco destro una finestrella reca nello strombo una ghiera a sezione circolare e le figure affrontate di un uomo e di un’aquila. All’interno, la chiesa presenta un impianto basilicale a tre navate concluse da absidi, ma solo la parte terminale mostra l’assetto originale: l’ultima coppia di pilastri sorregge gli archi, che si appoggiano alla parete di fondo, e tre arcate trasversali, che scandiscono il presbiterio.